Torri costiere di Castellabate

Torre pagliarola perrotti

Le origini delle torri costiere

Le torri costiere erano delle costruzioni in pietra e facevano parte del sistema difensivo, avvistamento e comunicazione del Regno di Napoli.

Erano costruite e posizionate in modo da poter scrutare il mare ed essere in comunicazione visiva con le torri adiacenti. In questo modo si aveva una catena di comunicazione nel momento in cui un torriere doveva segnalare con fuoco di notte e fumo di giorno, eventuali incursioni da parte dei Saraceni o dei Corsari, essendo tutta la costa del Regno di Napoli aperta sul Mediterraneo ed ovviamente più soggetta alle scorrerie.

Nel Cilento se ne possono ammirarne tante e di diverse tipologie, e se ne contano almeno cinquantasette.2

Le torri sotto il Viceré Toledo (1532)

Con il governo spagnolo a Napoli, l’idea di un sistema di difesa, riprese sotto il viceré don Pietro di Toledo che si preoccupò della fortificazione del territorio.

La Francia aveva aperto a relazioni diplomatiche e alleanze con l’impero ottomano. Pietro di Toledo emanò delle ordinanze alle singole Università, obbligandole a proteggersi da eventuali attacchi saraceni con l’edificazione delle torri costiere a proprie spese.

Il conflitto tra Francia e Spagna ne rallentò la realizzazione che era interamente a carico dei comuni, impoveriti dai conflitti e con la difficoltà di tali spese. Si optò per una tassa tranne per le città lontane dalla costa, così da finanziare e ultimare la costruzione delle torri progettate.2

Le torri di Castellabate

Torre pagliarola perrotti
Torre perrotti

Il sistema difensivo di Castellabate comprendeva diverse torri costiere per l’avvistamento delle navi saracene, in modo da avere una prima difesa dagli invasori. Tra le 8 torri costiere presenti sulle coste di Castellabate, quella che ad oggi è conservata meglio è la torre di tipo normanno-aragonese della “Pagliarola” o meglio conosciuta come “Torre Perrotti“.

Non si conosce precisamente l’anno di edificazione, infatti si ritiene che sia un progetto di un privato, feudatario dell’epoca o addirittura del Monastero di Cava. I primi documenti dove vi è traccia della sua esistenza, risalgono al 1512, redatti dal Catasto Feudale.

Il suo nome è legato alla vasta area pianeggiante che era delimitata dal mare a dalle pendici del monte Sant’Angelo. Zona coltivata a vigne e abitata da contadini e pescatori, nelle vicinanze, l’antico porto lu traviersu con i suoi magazzini e depositi.

Dopo i Sanseverino, la torre passò sotto la proprietà dei Marino Freccia che acquistò Castellabate nel 1542. Nel 1553 passò sotto al proprietà di Carlo Caracciolo e successivamente di Giovanbattista Filomarino. Nel 1571 la Regia Corte requisì il bene dai proprietari, perché ritenuta necessaria per la navigazione.

Fu oggetto di ristrutturazione per poter ospitare dei cannoni ed una piazza d’armi. Mai demolita la vecchia torre angioino aragonese che fuoriesce dalla sommità, dando alla torre stessa, la sua originale forma facilmente riconoscibile.

Nel 1821, la torre venne acquistata dal barone Tommaso Perrotti, insieme al suolo circostante. Venne ristrutturata e inglobata al palazzo nobiliare.

Delle torri costiere più antiche, oggi restano solo i ruderi, e sono le torri angioine di Tresino (1277), situata nell’omonima punta e la torre di Licosa, dove i resti si trovano nella proprietà del principe Granito di Belmonte.3

Quest’ultima il primo febbraio 2018, è stata dichiarata di interesse storico dalla Commissione Regionale per il Patrimonio culturale della Campania, e sottoposto l’area a rigide disposizioni di tutela.1

Qualche secolo più tardi, dal 1567-69 fu eretta la torre “Cannitiello” o “Mezzatorre“, presso la località “la bella” di Licosa. Nel 1569 fu edificata la torre dell’Ogliastro (Ogliarola), mentre nel 1570 fu edificata un’altra torre sul monte Licosa e detta “Torricella” conosciuta anche come “torre del Semaforo“.

Nello stesso periodo viene costruita la torre dei Zappini situata sulla costa di punta Pagliarolo a Tresino. Alla fine del 1592 risale la torre dell’Arena. Queste postazioni costruite nei punti strategici, permettevano la perlustrazione di tutto il litorale, comunicando con segnali di fumo o fuoco sia tra loro che con l’abitato di colle Sant’Angelo (centro storico).3

FONTI:

  1. Comune di Castellabate
  2. Wikipedia
  3. Le torri costiere del Comune di Castellabate di Gennaro Malzone